Il parco letterario

PARCO LETTERARIO CARLO LEVI

L’idea del Parco Letterario Carlo Levi nasce dallo stretto rapporto tra opera- il celebre “Cristo si è fermato a Eboli”- e luoghi:luoghi che il libro descrive e il parco riunisce e organizza in una suggestiva proposta di visita. Ne è centro Aliano(Gagliano nel libro), piccolo paese di poco più di mille abitanti nella parte centromeridionale della Basilicata, racchiuso tra il torrente Sauro e il fiume Agri a un centinaio di chilometri da Matera. Levi vi fu confinato alla metà degli anni Trenta per ragioni politiche e ne percorse le strade, ne incontrò gli abitanti, ne scoprì e amò la cultura. Sulle sue traccie e sulla scia puntuale delle evocazioni letterarie si muovono oggi gli itinerari del Parco. Punto di partenza naturale è la casa in cui lo scrittore visse, studiò, dipinse, spoglia come allora ma avvolta nella magia del ricordo. Poi il paese, antico per origini, passato a partire dal medioevo da un feudo all’altro, da un signore all’altro ma immobile nella dimensione rurale che Levi raccontò e trasfigurò liricamente, ancora oggi capace di guardare il viaggiatore con gli “occhi” attenti delle sue case,

LE INIZIATIVE

Viaggi sentimentali nei luoghi legati all’esperienza e all’ispirazione poetica di Carlo Levi, dall’architettura spontanea di Aliano al paesaggio del calanchi, ai paesi limitrofi, alle traccie della Magna Grecia. Gli itinerari prevedono incontri con aspetti dell’antica cultura magica popolare, cosi come con le tradizioni artigiane e la gastronomia.
Giornate di degustazione di prodotti tipici.
“Un giorno con un libro”:ad Aliano, a partire dalla restaurata casa del confino di Levi, un immersione nei luoghi di“Cristo si è fermato a Eboli”.

IL PAESAGGIO, LA MAGIA, I CIBI

“… spalancai una porta-finestra, mi affiancai ad un balcone, dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall’ombra dell’ interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c’era il burrone; davanti senza che nulla si fraponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco.” Se, come Levi, ci affacciamo oggi a una qualunque finestrina di legno sconnesso da una delle case di pietra del paese, ai nostri occhi si apre lo stesso panorama infinito di valli e colline bianche incise da calanchi, in un’atmosfera ora dolomitica ora lunare: quasi un quadro dipinto ispirandosi alle pagine del testo. E ancora Aliano è isolato tra le creste dei suoi burroni, inespugnabile, misterioso e severo visto dalla valle, nel cuore di un paesaggio cosi suggestivo che si stenta a staccarsene. Tra i vicoli del nucleo storico si vedono le magiche facciate delle case di cui parla Levi: piccole finestre con occhi maligni sormontano archi immensi come bocche dando agli edifici un espressione grottesca, orrida, interrogativa, che riporta al mondo misterioso dei mostri e delle mitiche creature della fantasia. Un altro aspetto ritrovato è quello del cibo, semplicissimo ma saporito, antico come i sapori e i profumi che si sentono per i viottoli del paese: di pane, pomodoro, olio, aglio, kurnicchiuli(peperoni rossi), sauzizza(salame).