Aliano (MT) – Carlo LeviMolta ed intensa fu l’attività letteraria ed artistica di Carlo Levi, ma il suo capolavoro letterario considerato ormai un classico della nostra letteratura, fu il “CRISTO SI E’ FERMATO A EBOLI”, ambientato nell’immaginario paese di Gagliano (ALIANO) nel quale per circa un anno il Levi ha potuto penetrare negli arcani misteri, nelle storie, nelle leggende, nelle magie e nelle miserie dei contadini del mezzogiorno.
La vicenda è autobiografica: Levi, confinato durante il fascismo in un piccolo paese della Lucania, viene a contatto con la miseria profonda di quella parte oscura e dolente dell’Italia rimasta sepolta per millenni sotto il peso dell’ingiustizia e dell’indifferenza politica.
E’ l’Italia dei contadini del Mezzogiorno, di una popolazione che vive ai margini della storia e per la quale lo stesso messaggio di Cristo sembra ancora di là da venire.
Nasce così, dal rapporto continuo e vibrante tra il mondo interiore dell’Artista e il mondo paziente e antichissimo di quella gente primitiva, un racconto alla scoperta di una diversa civiltà, un rapporto d’amore, di poesia, di totale identificazione.
La possibilità di leggere il libro in tutti gli ampi sensi, poetico, linguistico, strutturale, politico, sociale, psicologico, analitico, storico, saggistico, e pittorico, riporta alla definizione stessa dell’opera d’arte.
La insufficienza di tutte le analisi e le interpretazioni date nel tempo che non tengano conto del carattere di fondamentale molteplicità dell’opera è confermatadalla diffusione universale, dalla reale popolarità fuori di ogni strumento di industria culturale, verso gli innumerevoli paesi nei quali i nostri problemi particolari sono ignoti o indifferenti.
E’ dunque il suo carattere giovanile di pura e assoluta potenza, la sua continua invenzione di libertà, che dona a quest’opera un valore, per tutti, rinnovatore e creativo di esistenza.
Prima del “Cristo si è fermato a Eboli” Carlo Levi aveva scritto, nell’autunno del 1939, in Francia, “Paura della libertà” pubblicato nel 1946, che è la radice e la chiave di tutto il pensiero di Levi sviluppato nelle opere successive.
L”Orologio”, scritto nel 1948-49 e pubblicato nel 1950, ritrova nella Roma dell’immediato dopoguerra, il mondo popolare del “Cristo” nel suo primo tempo di liberazione e di movimento.
Ne “Le parole sono pietre” del 1955, ritroviamo in Sicilia quello stesso mondo che si affaccia per la prima volta all’esistenza e alla storia e ne diventa drammaticamente consapevole.
E’ ancora questo nascere e formarsi della libertà il contenuto di “Il futuro ha un cuore antico” che narra la riscoperta della storia nella Russia di oggi.
Nella “Doppia notte dei tigli” del 1959 si scende nel doppio vuoto della Germania.
Con “Tutto il miele è finito” del 1964, ritorniamo, in Sardegna, a quel mondo arcaico da cui eravamo partiti ed al dramma della sua crisi. In un certo senso tutti i libri di Levi e i suoi numerosissimi scritti costituiscono un’opera unica in continuo sviluppo ed arricchimento, legati da un’unità fondamentale che va al di là dei singoli racconti e dei particolari problemi, e che, come la sua grande opera di pittore, si rivolge alle radici stesse dell’uomo.
La Professoressa Maria Xenia Zevelechi Wells dell’Università del Texas ad Austin possiede l’unica copia autografa originale del manoscritto “Cristo si è fermato a Eboli”.